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1. Chi è Stefano Vergani? Come definiresti la tua musica?

STEFANO: Sono un piccolo cantautore venuto su con la buona musica, fin da quando ho ricordi canto, da molto tempo ormai scrivo, semplicemente perché e' una delle poche cose che credo mi riesca bene e non mi pesa fare. Quando avevo vent'anni pensavo di potere vivere di musica, ora che ne ho quasi trenta non vivendoci continuo comunque a crederlo. La mia musica e' semplicemente la musica che mi piace, non mi importa essere accostato a questo o a quell'altro. Io sono cresciuto amando i grandi cantautori della musica italiana e' grazie a loro e a mio padre che ho cominciato a suonare e a cantare. Non sono un innovatore e non mi interessa esserlo. Voglio solo fare delle cose che a mio modesto parere siano belle e non per forza nuove. Tra parentesi quello che mi spacciano per nuovo o il grande nuovo cantautore al novanta per cento mi lascia quanto meno perplesso.

 

2. Come "fai nascere" una canzone? Potresti raccontarci il processo di avvicinamento alla realizzazione finale di un brano? (testo, musica)

STEFANO: Non ho mai avuto metodo. Mi avvicino alla chitarra o al pianoforte senza avere una idea concreta. Poi da una frase o da un verso comincia a prendere forma una mezza melodia e da li succedono le cose più disparate. Può succedere che il pezzo si chiuda nella manciata di qualche minuto o che mi giri nella testa per settimane senza Mai arrivare ad una fine.

 

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3. Cosa dobbiamo aspettarci dopo "E allor pensai che mai"? Hai in programma un nuovo album a breve? Stai scrivendo nuove canzoni?

STEFANO: "Allor pensai che mai" e' stato un disco molto importante per me, nel senso che per la prima volta sento suonare bene un mio disco anche nella mia testa, senZa nulla togliere agli altri due ma questo in particolare lo sento mio. Ci sono ora diverse nuove canzoni che testo dal vivo, ma ho bisogno di raccoglierne parecchie tra le quali scegliere per un nuovo disco. Sono indeciso tra una cosa minimale due chitarre e poco altro oppure un disco più da orchestra enorme, per tanto forse e' il caso di schiarirsi un attimo le idee prima.

 

4. Durante i tuoi concerti riesci a coinvolgere il pubblico in maniera magica regalando momenti di pura poesia. Come definiresti il tuo rapporto col pubblico? A cosa pensi durante il live?

STEFANO: intanto prendo ruffianamente la prima parte della domanda come un complimento e ringrazio di conseguenZa. Io ho un bellissimo rapporto con il mio pubblico, se dicessi" intimo" non direi una fesseria, per tanto lo dico ,intimo. La cosa che mi viene difficile e' proprio pensare durante un live, la mente si blocca durante il pezzo, si rilassa con l'applauso e poi si rigetta nella canzone. Ci si prende qualche pausa per sciacquare la gola ma poi la concentrazione sul pezzo ritorna molto alta e a fatica riesco a incrociare gli sguardi della gente mentre canto.

 

5. Quali sono i tuoi riferimenti artistici (non solo musicali)? 

STEFANO: io sono una di quelle persone che generalmente legge poco Se devo essere onesto leggo un sacco di gialli, su tutti camilleri, credo di avere letto tutti i libri di camilleri, Montalbano e non, letture che non si accostano alla mia musica ma che amo profondamente . Per quanto riguarda la musica ho amato immensamente de andre ogni singola canzone, poi il primo de gregori. , guccini, fossati, conte, caputo, capossela e tutti gli altri. Per andare fuori Italia su tutti i Beatles dalla sponda di paul e molto molto Dylan .

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6. Se potessi scegliere con chi ti piacerebbe collaborare oggi?

STEFANO: ci sono un sacco di brave persone ma se proprio avessi l'onore di fare un peZZO CON, farei una ballad con tom waits, come fa le ballad tom waits non le fa nessuno

 

7. Quali sono per te tre artisti italiani contemporanei che vale la pena seguire?

STEFANO: questa e' difficile per tanto citero' tre cantautori che sono anche tre amici, Marco Sforza, Folco orselli e Flavio pirini.

 

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