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É uscito mercoledì 19 aprile 2023 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo del progetto L'Avvocato Dei Santi, dal titolo "Non puoi scegliere". Un nuovo atteso capitolo, preambolo di un nuovo disco, che arriva ad un anno di distanza dall'ultima pubblicazione, per il cantautore, musicista, produttore e poliedrico esponente della scena romana Mattia Mari, conosciuto anche per la sua attività coi Giuda e i Belladonna. 

Noi lo abbiamo intervistato, curiosi di questo nuovo ritorno.

 

1. A cosa fa riferimento il titolo “Non puoi scegliere”?

Fa sicuramente riferimento al fatto di ritrovarsi in età adulta a fronteggiare una serie di problemi e meccanismi contro i quali sembra non esserci soluzione. In realtà, penso che nonostante tutto, ci si possa tirar fuori dall’essere l’ingranaggio di una macchina che ci opprime e ci si possa liberare da questa Matrix fatta di operatività ed iper produttività forzata.

2. Quali sono le influenze musicali del tuo percorso che ti hanno più segnato e che ritroviamo nel progetto de L’Avvocato Dei Santi?

C’è una mole infernale di musica che mi attraversa e quasi tutto in qualche modo lascia un segno. Una grossa fortuna che ho è quella di ascoltare tanta musica diversa, senza curarmi dei generi. Una cosa che dico sempre quando mi chiedono che cosa mi piace è “la musica bella”. Potrei darti comunque il nome di qualche artista per semplificare la risposta, ma sarebbe sciocco. Possiamo dire che quello che mi colpisce di più è l’intensità di un’opera, per questo fatico con ascolti più leggeri.

3. Come ti sei avvicinato alla produzione musicale e come scegli i progetti di cui occuparti? Credi che Roma possa ancora vantare una invidiabile scena underground?

La questione della produzione è venuta un po’ da se in realtà. Quando son stato vicino ad alcune persone e ho capito che quello che stavano facendo era produrre un disco, ho capito che quelle pulsioni che sentivo nel portare in una direzione specifica un progetto facevano parte di un modo di fare musica che va oltre quello dell’essere mero musicista. C’è tanto istinto, tanta fiducia in se stessi, anche. Una cosa che sicuramente non riesco a fare è lavorare a della musica che non mi piace. È un grosso sacrificio, anche a livello economico, ma sarebbe dura occuparsi di musica che si detesta. Sarebbe un fallimento emotivo. Sicuramente poi non sono il solo a scegliere, ma anche l’artista che produco sceglie di fidarsi di me, che è una cosa molto importante. Nel momento in cui però si sceglie, credo ci si debba fidare, altrimenti il lavoro diventa molto, molto duro.
Per quanto riguarda Roma, in realtà non saprei dirti. So per certo che molte realtà sono morte e sepolte: ho visto decine di locali sparire e morire in un batter d’occhio, facendo di colpo sparire anche un enorme giro di band indipendenti che trovavano spazio solo in determinati luoghi. D’altro canto vedo che c’è tantissima gente che suona in mille progetti diversi. Ciò che manca è una vera coesione nelle formazioni. Non vedo più band che si chiudono in sala e suonano centinaia di ore prima di fare concerti, e questo a scapito di tutti, sia degli ascoltatori che della qualità stessa dei progetti.

 

4. Riesci a conciliare tutte le altre tue attività musicali collaterali, anche quando sei in tour con Giuda e Belladonna? La vita da tour è un’ispirazione o un ostacolo alla creazione di nuovi pezzi?

In qualche modo si trova un compromesso, per forza di cose. Quando si vogliono fare più cose contemporaneamente non si hanno alternative. L’attività live coi Giuda è stata per lunghissimo tempo estenuante, ed invalidante dal punto di vista del songwriting. Si trattava di fare 100-110 date l’anno in giro per il mondo e al ritorno si era davvero fritti. Dal dopo Covid, per quanto mi riguarda, l’attività dal vivo è calata molto. Questo sì mi da più tempo per me, per L'Avvocato dei Santi e per le produzioni di cui mi occupo nello studio mio e del mio socio Alex Elena (candidato ai grammy con Alice Smith, gia produttore di Lili Allen, Citizen Cope e molti altri), ma anche un po' meno stabilitá economica. Un qualcosa a cui pensare sempre quando si sceglie di fare musica con un alto grado di romanticismo.

5. Ci racconti la copertina di questo pezzo?

La copertina del singolo è un'opera originale di Ludovica Bargellini. Si chiama "Materia - Energia". Fa parte di una serie di esperimenti di blind drawing, alcuni dei quali Ludo aveva deciso di regalarmi. Questa in particolare mi risultava elettrica in particolare modo e sembrava perfetta per questa canzone. La copertina del disco in uscita sarà sempre sua, la vedrete presto. È un modo per tenerla ancora legata a noi e più che un omaggio a lei, mi sembra di averle rubato di nascosto qualcosa, ma credo ne sarebbe stata molto felice. Manca enormemente a tutti noi.