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Abbiamo intervistato THE PANICLES che ci hanno raccontato il loro nuovo disco dal titolo "SIMPLICITY : THE UNIVERSE (EXTENDED)". E' stata l'occasione per parlare con loro della loro musica, delle nuove canzoni, dei loro gusti musicali, insomma siamo andati a fondo per conoscerli un pò meglio... Buona lettura!

cover web1. Chi sono i THE PANICLES  secondo THE PANICLES?

Questa è forse la domanda più “difficile” che ci sia mai stata posta ad oggi! Andiamo tutti e tre verso i trent’anni quindi dovremmo aver iniziato a comprendere chi siamo, cosa facciamo e perché. Invece, parlandone tra noi, scopriamo ogni giorno che purtroppo (o per fortuna) non è così. Le cose sicure sono: punto primo, ci vogliamo bene e siamo una piccola famiglia, le nostre rispettive famiglie e i nostri amici, i fan, sono poi la “famiglia allargata” dei Panicles; punto secondo, ci piace da morire far musica, crearla, suonarla, condividerla ovunque. A casa, in studio, in libreria, nei locali, nei festival. Questa cosa alcune volte ci ha salvato la vita. Letteralmente. E’ capitato almeno una volta ad ognuno di noi.

2. Da dove deriva il nome della vostra band?

Dalla definizione botanica inglese dell’infiorescenza della pannocchia,“Panicle”: la sala prove della prima formazione sorgeva in mezzo a campi di mais sterminati! Poi, non dimentichiamo il caruccio gioco di parole “Panic-less”, aggiungendo una “S”, ovvero “senza panico”, “senza paura”.

3. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?

Energia. Passione. Amore.

4. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?

La musica è lo specchio della nostra vita, e di quella degli altri. Come detto anche sopra, la nostra vita deve molto alla musica. Quindi, sintetizzando, senza andare per mezzi termini: per noi la musica è vita, e come tale va rispettata.


5. Ascoltando il vostro ultimo lavoro, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?          

Siamo lieti che le melodie vi abbiano sopraffatto, era il nostro obbiettivo primario!!! Apparte gli scherzi, il disco è nato perché ne avevamo tanto bisogno. Il lavoro precedente fatto con la Major ci piaceva, ma inevitabile dire che questo ci piace di più, perché è tutto fatto da noi, come volevamo, fino ad arrivare al mastering, le grafiche, il video. Soddisfazione pura nell’autoprodursi. Alla base ci sono quindi tutte le idee che ci sono parse abbastanza buone da metterci dentro. Ciò che nell’ultimo anno è piaciuto per primi a noi: il nostro modo di intendere il rock, le saturazioni, le chitarre acustiche, il groove, ma anche gli errori e le imprecisioni, come è giusto che sia, è finito nel disco.

6. Quali sono i vostri progetti futuri?

Per ora stiamo lavorando su dei minitour per il periodo caldo, contiamo di uscire dal Paese spesso e volentieri per promuovere il disco! Poi, ci sono un milione di idee, ma per ora parliamo dell’immediato!

7. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?

Diciamolo una buona volta: suonare negli stadi, far saltare ed emozionare le persone, aprire i concerti dei gruppi che adoriamo.


8. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?

Radiohead, Arcade Fire, e, anche se non è “una band”, Paolo Nutini: quel tizio fa musica sana ed è più rock’n’roll di quello che dà a vedere!