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Abbiamo Incontrato via mail Laura Loriga, cantante dei Mimes of Wine e voce unica nel panorama musicale italiano. Ci ha parlato di tante cose interessanti, a partire proprio dalla sua ugola...

laura loriga

1. In un'intervista di qualche anno fa venivi descritta come «Una voce sorprendente», « Una Pj Harvey italiana» o ancora «Una Diamanda Galas narcotizzata» (testuali parole). Ecco, Laura, io ho avuto la fortuna di vederti dal vivo più di una volta e sinceramente sono rimasto molto sorpreso dalla tua voce. La domanda è: come fai?

 

Laura: Mi hanno fatto molto piacere queste parole quando sono state scritte, e mi aiutano anche a darti una riposta: non ti so assolutamente dire che cos'e' che succede quando canto, ma ti posso dire che quello che sto cercando di fare e' di maturare col tempo una consapevolezza di quello che una voce puo'e vuole trasmettere, cosa che Pj Harvey e Diamanda Galas hanno entrambe ad un livello livello altissimo, sperimentando sempre e rimanendo pero' fedeli a se stesse.

 

 

2. Parlando di te: California, Parigi, Bologna. Dove sei adesso, in questo momento? 

Laura: In questo attimo sono a Los Angeles, al lavoro sull' ultima parte di un nuovo disco per Mimes of Wine.

 

3. Cosa resta dell'esperienza Mimes of Wine? Ci sarà un seguito a "Apocalypse sets in"? 

Laura: Si', Mimes of Wine resistono! Ora siamo in cinque, io e i musicisti che mi hanno accompagnato ovunque negli ultimi due anni ; Stefano Michelotti (poli-strumentista), Luca Guglielmino (chitarra), Riccardo Frisari (batteria), e Matteo Zucconi (contrabbasso). L'esperienza del tour del 2010 e' stata importantissima, sia per unire noi che per fare capire a me quale direzione questo nuovo lavoro potesse prendere.

 

4. Come crei i tuoi brani? Prima la scrittura dei testi? Prima la composizione delle musiche? 

Laura: L'unica cosa che rimane costante e' che prima di mettermi al lavoro su una cosa, l'idea di base mi deve convincere, altrimenti non sono in grado di portarla a termine. Per partire ci puo' essere una frase che mi viene in mente e che resta, o un 'idea di piano che mi faccia pensare a delle parole; insomma piccoli spunti che possono potenzialmente diventare cose diversissime. Poi ognuno diventa quello che e', e capisco che sono soddisfatta di un brano quando mi accorgo che ho smesso di chiedermi come potrebbe essere diverso.

 

5. Dato che sei stata in giro un bel pò e puoi avere dunque un punto di vista privilegiato, come definiresti la musica oggi in Italia? Ci sono band o artisti italiani che ti piacciono?

Laura: Io credo che in Italia ci sia moltissimo. Si fa sicuramente fatica, magari piu' che in altri luoghi, pero' questo non cambia il valore di quello che c'e'. Vedere dal vivo musicisti come i Mariposa, i Toys Orchestra, Cesare Basile, i Calibro 35, i Ronin, Comaneci, i Blake/e/e/e, i Buzz Aldrin.. e ancora, Musica da Cucina, Filippo Giuffre', Diego Cofone, Luther Blisset... e potrei continuare, me ne convince da molto tempo, e continua a farlo.

 

6. Con chi ti piacerebbe collaborare? 

Laura: Con gli artisti che ho nominato, e anche con altre persone qui a Los Angeles, anche se in questo momento, essendo concentrata su quello che sto facendo ora, faccio fatica a rispondere a questa domanda. Sicuramente un produttore che ammiro moltissimo e' Michael Gira, insieme alla musica degli artisti con lui collabora; sarebbe bellissimo poter un giorno mandargli qualcosa. 

 

7. Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai preparando qualcosa con la tua band americana? 

Laura: Al momento, qui sto lavorando con Helen Belangie (violoncello) per il nuovo album, e mettendo su un progetto parallelo, che si chiama Celacanto, con il chitarrista Jonathan Tehel.

 

8. Ti ho vista suonare il pianoforte e la chitarra (in due momenti distinti), quale strumento ti attrae maggiormente e quale ti rilassa di più?

Laura: Il mio strumento rimane sicuramente il pianoforte. Ci sono legata da sempre, ed e' un elemento chiave di quello che scrivo, insieme alla voce. Con la chitarra sono come una bimba di cinque anni pero' mi ci diverto davvero, e mi aiuta anche a pensare al piano in maniera diversa, piu' funzionale alla voce.

 

Guarda il videoclip di "K" dei Mimes of Wine