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Il nuovo singolo di angelae, alter ego musicale della cantautrice classe 1990 Angela Zanonato, è “Più male di così”. Un nuovo capitolo dedicato a chi ha trovato il proprio posto nel mondo, a chi ha l'empatia per sentirsi parte di un mondo inevitabilmente sofferente, in attesa di un nuovo disco di prossima uscita.

Abbiamo voluto intervistarla, incuriositi da questo brano così profondo e sentito.

 

1. Che cos’è che per tua esperienza fa “Più male di così”?

Fa più male di così la delusione, quando ti aspetti qualcosa e non succede, quando ami qualcuno e lui non ricambia oppure non c’è più, quando pensavi di conoscere qualcuno e non è pienamente vero o quando pensavi di conoscerti e invece non ti riconosci allo specchio e nelle tue azioni, e pensavi che saresti stata un’altra, non questa qui che sei ora, quando pensi di stare bene e invece scopri di avere una malattia, quando improvvisamente i genitori rompono il patto dell’immortalità che avevano fatto con te, la disillusione delle aspettative fa malissimo, fa più male di così.

2. Colpisce molto questo dualismo del pezzo, che sia un brano quasi spensierato e ballabile, che però rimanda a un momento di riflessione molto intenso, che fa riferimento al male presente nel Mondo. È un contrasto voluto oppure è venuto naturale? Ti vengono in mente altri pezzi, che forse inconsciamente ti hanno influenzato e che godono della stessa caratteristica?

È un dualismo che in parte è venuto naturale perché la ritmica del testo e anche la scelta di una melodia non troppo ampia, quasi aderente al parlato, sono parte del nucleo originale che ha dato il via a questo brano e portano facilmente ad un brano ritmato ma è anche stato fortemente voluto, ho voluto un brano dance perché non volevo che la canzone diventasse retorica ma speravo che esprimesse più un flash di un momento e volevo permettesse di scrollarsi immediatamente di dosso l’idea che richiama, ovvero che c’è un dolore grandissimo da cui è difficile salvarsi. La prima canzone così che mi viene in mente è Dancing in the dark di Bruce Springsteen ma ce ne sono molte.

3. Leggiamo che sei influenzata dai grandi cantautori italiani, ma anche da altri nomi come Nick Cave. In quali fasi della tua vita hai conosciuto gli uni e gli altri? Ci fai un percorso a tappe dei tuoi ascolti più importanti?

A 12 anni ascoltavo Giorgia e soprattutto la sua voce, a 14 ho scoperto Mia Martini e poi Ivano Fossati e poi a cascata tanti altri grandissimi cantautori, De Andrè, De Gregori, Dalla, Tenco, poi ho iniziato a condividere gli ascolti e a confrontarmi con gli altri per cui ho ascoltato da Bon Jovi ai System of a Down, agli Ska-pe, Elio e Le Storie Tese, ho ascoltato le grandi voci del jazz, Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Aretha Franklin, e da lì sono arrivata a Norah Jones ed Amy Winehouse. A 20 anni ho ascoltato tutta la discografia dei Beatles come compito che mi sono autoimposta e che ringrazio perché l’ho amata molto, poi ho ascoltato Bjork, poi Florence and The Machine e alla fine Nick Cave, direi che è una scoperta dei miei trent’anni.

4. Che consiglio daresti a chi oggi sente di non farcela, un po’ come la protagonista e tuo alter ego del pezzo “Più male di così”?

Gli direi di chiedere aiuto e di muoversi, fare anche dei piccolissimi passi, azioni minuscole ma non restare immobile, quello che si riesce a fare è sufficiente. Se oggi riesci a stare sdraiato a letto, scegli di stare sdraiato a letto, renditi attivo nelle tue scelte quotidiane e diventeranno piccole conquiste attraverso un cambio di prospettiva. La felicità si costruisce attraverso atti di consapevolezza.

 

5. Qualche anticipazione sul tuo prossimo singolo?
È una ballad malinconica e parla dell’essere diversi da quello che si era o si pensava di essere.