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Abbiamo intervistato la band MERCALLI che ci ha raccontato il nuovo disco dal titolo “UNA CASA STREGATA”, le nuove canzoni e molto altro.
Buona lettura

mercalli1.Chi sono i MERCALLI secondo i MERCALLI?
Mercalli sono il racconto delle crepe e dei tremori dei sentimenti. Uno sguardo minimo sull’inconfessabile bisogno di amore (con tutte le sue inquietudini) che tutti cerchiamo di tenere nascosto in fondo ai cassetti. La musica è l’invito ad aprire le finestre a far entrare l’aria che da volume ai polmoni. È un progetto per tutti. Si spera sia facile da mangiare anche se un po’ pesante da digerire. Gli ingredienti sono testi piccoli, a volte un po’ ingenui, a volte un po’ cattivi, conditi con musiche ed arrangiamenti stranianti. I Mercalli hanno un’attitudine cinematografica, spiano le storie dalla finestra e immaginano la migliore colonna sonora. Sono tre signori che raccontano le storie di tutti messe in musica per tutti.

2.Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
Colorata, straniante, italiana.

3.Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “UNA CASA STREGATA”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Ma, guarda, in realtà il titolo dell’album è venuto fuori rileggendo i testi dei pezzi. In modo quasi involontario avevamo scritto un album molto intimo che girava tutto dentro e fuori una serie di stanze immaginarie in cui si raccontano piccole storie. Sono storie stregate, tutte “avvelenate” o incredibilmente dipendenti da un filtro d’amore. Una casa stregata era il titolo migliore, il modo più elegante di legare questi testi minimi. Poi la frase è anche nel testo di “Un letto stretto per due” uno dei brani del disco. Il progetto è nato nel 2013 venivamo tutti da diverse esperienze musicali e decisamente da generi più ostici, abbiamo deciso, quasi senza dircelo, di voler fare una musica più fruibile e di raccontare storie più facili. Si potrebbe dire: canzoni d’amore senza cuore. Quello che volevamo era avere uno sguardo maturo, ma volutamente leggero, sui sentimenti e le incomprensioni. Le melodie sono sempre state una nostra “fissa”, in realtà lo sono di tutta la musica italiana, e nel nostro disco sono sempre funzionali al racconto, così come lo sono gli arrangiamenti e la scrittura musicale. L’idea, a pensarci ora, era disegnare una bozza di un bestiario immaginario dei sentimenti, senza nessuna voglia di esorcizzarli.

4.Quali sono i vostri progetti futuri?
Adesso suoneremo un po’ in giro per presentare il disco e scoprire se tutte le cose di cui abbiamo parlato passano un po’ anche dai nostri live, ce lo faremo sfiorire addosso e poi inizieremo a scriverne un altro.