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Abbiamo incontrato i Sonohra in occasione dell'uscita del loro nuovo disco dal titolo "L'ultimo grande eroe". Ci hanno parlato dell nuove canzoni, del loro futuro e di alcune curiosità...
Buona lettura.

Copertina Album Sonohra1.Partirei innanzitutto dalla copertina, che già dal comunicato mi ha piacevolmente spiazzato, perché diciamo che (per come la vedo io) è come un vedere la luce fuori da un tunnel o sbaglio?
1.(ridono) Inconsciamente, sicuramente sai a volte si fanno delle cose anche inconsce, naturalmente noi di questo progetto abbiamo curato tutto, anche la parte grafica, la copertina, inconsciamente è un po’ andare verso una luce in fondo a un tunnel.

2.Riallacciandomi al discorso legato alla sperimentazione, al vostro futuro, e quindi a questo smarcarsi dal mainstream (è una domanda un po’ tendenziosa)...non è un po’ pericoloso? Non rischiate di finire nel calderone delle rock band, verso dove ambite in realtà?
2.Sarebbe più un rischio percorrere una strada che non ci sentiamo nostra. Dovessi fare adesso quello che va come sound, come genere musicale, probabilmente avrei una possibilità in più di passare in radio, una, non tante, però non sarei me stesso, dunque dopo non sarei credibile poi quando sono sul palco. Penso che, alla lunga, questa cosa la paghi, dunque preferisco correre quel rischio, che secondo me poi non è neanche un rischio, perché comunque ti crei un tuo sound e sei contento di quello che fai, dopo non è importante che tu poi suoni in un locale con 100 persone, o in un locale con 300 persone, l’importante è essere se stessi e noi ci sentiamo in questo periodo delle nostra vita che vogliamo essere noi stessi senza mediazioni. L’importante poi è sempre la scrittura, perché alla base di tutto ci sono i brani e quello che dici, puoi farli in una versione o in un’altra però alla base ci sono sono quelli che poi devi sentirti dentro per poi trasmetterli alla gente.

3.Parlando proprio di brani, a livello compositivo, di creazione del disco, com’è nato il tutto? Come avete bilanciato la parte sonora? Secondo me il disco è suonato bene e tanto, gli arrangiamenti sono molto curati, con la parte lirica ricca di tanti messaggi importanti...
3.Solitamente siamo sempre abituati che io mi occupo della parte musicale, degli arrangiamenti, e mio fratello dei testi. Ovviamente abbiamo una tendenza, ascoltando prevalentemente musica internazionale, a farci catturare dal suono. Fino ad ora (ma non escludiamo che in futuro possa accadere) non siamo mai partiti da un testo e poi lo abbiamo musicato. Partiamo prima dalla musica, ci facciamo catturare da un suono e poi diciamo “Beh, questo brano con queste sonorità potrebbe parlare di un argomento”. Fino ad ora siamo sempre stati abituati così, ci piace molto curare la parte musicale, sappiamo che in Italia, a differenza magari dell’estero, il testo ha un peso ancora più importante, però non abbiamo voluto tralasciare anche la parte lirica appunto. È stato molto difficile, te lo dirà anche mio fratello che ha scritto lui i testi, perché scrivendo in fake english, ci sono delle tronche diverse che è difficile incastrare le parole in italiano, però è un esperimento che ha sempre funzionato.

4.Ultimissima cosa: nel titolo del disco "L'ultimo grande eroe" si fa riferimento al mondo degli eroi. Premesso che ho capito a cosa è legato, rapportandoci ad oggi, secondo voi è ancora fondamentale e indispensabile avere degli eroi, dei punti di riferimento?
4.Dei punti di riferimento sono indispensabili, magari al giorno d’oggi spesso si idealizzano e si va a favorire figure che in realtà non meritano...

5.Magari un po’ evanescenti...
5.Esatto, un po’ evanescenti, magari l’ultimo grande eroe può essere una persona carissima, un familiare com’è inteso nel nostro caso, e quindi sì, al giorno d’oggi dei punti di riferimento secondo me mancano assolutamente ed è quello che abbiamo voluto anche dire in questo progetto, in tante canzoni.