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Abbiamo intervistato gli EREZED che ci hanno raccontato il nuovo lavoro dal titolo "VENTRE", le nuove canzoni, i progetti futuri, le influenze musicali e tanto altro.
Buona lettura.


Foto Erezed 21.Chi sono gli EREZED secondo gli EREZED?
1. Erezed è sostanzialmente un progetto di crescita. Questa parola è primaria nella nostra esperienza, ci spinge a guardare sempre avanti, percorrendo il nostro viaggio rimanendo legati ai valori e ai propositi che ci hanno fatto partire.

2.Come mai la scelta di questo nome?
2. Il nome della band nasce dall’unione delle parole “ere” e “Zed”. Lo Zed è una torre interna alla piramide di Kheope a Giza, staccata dal resto della costruzione e quindi indipendente. Le ere dello Zed quindi sono tutti quei periodi in cui l'individuo, viaggiando dentro se stesso, giunge al nucleo delle proprie emozioni e oltrepassa tutte le barriere esterne, rendendosi libero dalle catene mentali. Abbiamo scelto un'opera così antica come simbolo di una ricerca che necessariamente deve arrivare alle radici della nostra storia personale, quando tutto ebbe inizio. I quattro elefanti presenti sul nostro logo invece simboleggiano rispettivamente la forza, la saggezza, la memoria e la dignità, virtù indispensabili nel lungo viaggio interiore.

3.Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostramusica, quali scegliereste?
3.La nostra musica potrebbe essere definita come INTIMA, VISCERALE, INTROSPETTIVA.
 
4.Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “Ventre”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
4.Il nostro intento fin dall'inizio fu quello di creare un progetto di inediti che andasse ad unire il rock-progressive internazionale, di matrice anni ottanta: MARILLON, YES, a testi in italiano di ispirazione cantautoriale. Col passare del tempo e con i primi live, le prime produzioni (abbiamo fatto due demo e un ep ufficiale), abbiamo capito che dovevamo snellire in qualche modo la parte musicale e dare più importanza al testo e alla parte poetica.  Ha preso forma quindi, in maniera naturale, l'idea di un concept che unisse le varie cose che scrivevamo in un percorso unico, un filo conduttore unificatore. Inoltre, essendo sempre stati affascinati dalla mente umana, dalle sue potenzialità di crescita attraverso le varie problematiche interne all'individuo, ci siamo sentiti di descrivere, nei nostri testi, i passi che noi stessi abbiamo compiuto per liberarci un pò da quelle che erano e che in parte lo sono ancora, le nostre paure fino a carpire una parte spirituale che non pensavamo di avere. Il nome dell'album, ventre, descrive proprio questo: una nuova nascita per l'animo umano che
affronta e supera varie tappe di maturazione della vita, fino al raggiungimento di un equilibrio che include però anche quindi la dimensione spirituale. Il percorso quindi si snoda in 12 tappe, uno per brano ed è sostanzialmente un dialogo tra due parti della stessa personalità, quella razionale e quella emotiva. Le due parti entrano in contatto e in conflitto attraverso i brani quando, da un certo punto poi, riusciranno ad unirsi e porre le basi per lo sviluppo concreto dalla persona dell'individuo.

5.Da dove nasce il progetto grafico della suggestiva copertina del disco?
5.La copertina, in relazione al significato dell'intero album, è la rappresentazione metaforica dei bagliori di luce che vediamo appena prima di nascere, o di rinascere. Quel segnale da seguire, una guida in mezzo al buio. Dobbiamo ringraziare la bravissima fotografa Martina Ridondelli, che ha capito cosa avevamo in testa trasformandolo in immagine.

6.Siete un trio: come riuscite a far convergere le vostre idee in un pensiero musicale unico?
6.Ci coinvolgiamo nelle nostre passioni e abbiamo creato un'armonia per la quale nessuno prevarica sull'altro, ma ognuno trova la propria dimensione espressiva. A Gianluca va la parte melodica e lirica, ad Alessio e Pierpaolo quella ritmica. La creazione di questo lavoro è passata non solo dalla sala prove, ma anche da dischi e libri condivisi, film visti insieme e, cosa più importante, dalla crescita personale che parallelamente abbiamo fatto.

7.Quali sono i vostri progetti futuri?
7.Siamo decisi a presentare diversi singoli, prendendo i brani più significativi per l'album. Contemporaneamente, oltre a provare per i concerti in programma, ci siamo messi a lavoro per proporre nuovo materiale, già forse per l'anno prossimo. Stiamo lavorando al nostro secondo disco con più maturità, cercando di di consolidare le varie idee che ci arrivato in modi diversi, non solo in sala prove. Stiamo partendo, contrariamente al lavoro fatto sul primo album, dai testi e dalle linee melodiche per poi scendere alla parte musicale solo successivamente.

8.Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
8.Il nostro sogno è la piena realizzazione del nostro progetto. Lavoriamo ogni giorno per far si che quello che abbiamo da dire venga in qualche modo recepito, a più livelli. Se parliamo di obiettivi da raggiungere, vorremmo che questo album fosse l'anticamera per un altro bel disco
futuro e un successivo tour italiano. È bello poter ancora parlare di sogni nel cassetto, perché significa che questi sono ancora lì, pronti per essere raggiunti e vissuti.

9.Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
9.Il top adesso per noi rimane Steven Wilson (Porcupine Tree), reduce da un ultimo album bellissimo. Per quanto riguarda il panorama italiano citiamo il Management del Dolore PostOperatorio, dai testi interessanti e coinvolgenti. In questi giorni stiamo ascoltando con piacere
COEZ, che si sta facendo spazio anche nel panorama mainstream.