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Esce lunedì 27 giugno 2022 l'album di debutto dei The Heron Temple. Una festa notturna che dà inizio ufficialmente all'estate: "W.A.U" è l'acronimo di Where Are U (Dove Sei). Una domanda apparentemente semplice e di uso comune, ma dalle mille sfaccettature. W.A.U racchiude infatti diversi concetti cardine che hanno ispirato la scrittura dei The Heron Temple negli ultimi anni: la distanza, l'amore, l'attesa e la ricerca costante. Tutti questi elementi, che a primo impatto potrebbero risultare in netta antitesi tra loro, in realtà compongono un collage esaustivo dei sentimenti che hanno influito sulla stesura degli otto brani del disco. W.A.U è il primo LP dei The Heron Temple, scritto, arrangiato e registrato tra Palermo e Milano, W.A.U non si focalizza soltanto sul "momentum", catturando al contrario il processo di crescita della band in un lasso di tempo ben più lungo.

I brani e la loro consecutio ne rafforzano il concetto, a partire da Sciogliersi un po' e culminando con la crepuscolare Portami Via. W.A.U per i The Heron Temple, in definitiva, è una domanda ed una risposta allo stesso tempo. "Dove sei, dove siamo stati, dove siamo adesso? WAU”.

Milano, X-Factor e Paolo Nutini. Abbiamo parlato un po’ di tutto!

Il vostro rapporto con Milano è ancora così conflittuale? Che cosa rappresenta per voi, che nascete a Palermo, dalla parte opposta dell’Italia, quella che invece è la capitale della musica? 
A Palermo siamo nati, a Milano siamo cresciuti (lavorativamente parlando). La Sicilia è una splendida fucina di artisti - non c’è neanche bisogno di sciorinare tutte le eccellenze che negli ultimi anni hanno brillato nel panorama italiano - ma sappiamo bene che “l’azione” si svolge a Milano. Siamo molto legati alla città meneghina e buona parte della nostra vita si è svolta lontano da Palermo però “home is where your heart is”. 
Avete voglia di raccontarci invece la vostra esperienza londinese?
Beh, Vincent ha vissuto a Londra per tantissimi anni, dove ha studiato ed imparato la cultura del lavoro, del perfezionismo, del migliorarsi puntando sempre al massimo. A Londra ha avuto modo di assistere ad alcuni degli artisti più influenti della scena internazionale (insomma, quando gli Arctic Monkeys suonano a 200mt da casa tua o Prince fa la sua ultima apparizione live per un secret concert in pieno giorno a Camden, capisci di essere al centro del mondo). 
A Londra abbiamo suonato qualche anno fa ed è stato emozionante: per una band italiana non è mai scontato fare un concerto a Brick Lane, davanti a centinaia di persone. 
E come si passa da una cover di Paolo Nutini alle audizioni di X-Factor, alla pubblicazione del suo album di debutto? 
Dovreste forse chiederci il contrario! Noi abbiamo sempre scritto brani nostri, fin dall’adolescenza, pubblicando diversi album in passato con altre band. Paolo Nutini è un artista di riferimento per entrambi, perciò quando ci hanno chiesto di suonare una cover ad X-Factor, “Iron Sky” ci è sembrata la scelta più azzeccata. 
State seguendo il percorso dei Maneskin? Siete mai stati in contatto?
Lo seguiamo online come altre centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Avendo passato qualche mese a stretto contatto possiamo dire con cognizione di causa che il loro successo sia più che meritato. Abbiamo avuto modo di scambiare qualche messaggio negli anni ed incrociare le nostre strade nei posti più improbabili (in una loro intervista in Polonia è uscito fuori il nostro nome e ci siamo “salutati” a distanza). 
Cosa vi spinge a fare musica, nonostante non sia la strada più facile del mondo? 
Siamo pazzi, incoscienti, passionali e sognatori.